Negli articoli precedenti ti ho parlato del critico interiore e ti ho suggerito il primo passo da fare per neutralizzarlo, ovvero riconoscerlo, in questo articolo ti parlerò dell’importanza di accettarlo.

Per esperienza personale capisco che è una cosa difficile da farsi.

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“Il critico interiore – Il Secondo Passo è Accettare”

Abbiamo imparato ad ascoltarlo e siamo consapevoli che quello che ci dice, è spesso negativo, ma la ragione per cui dobbiamo imparare ad accettarlo è molto semplice: più cerchiamo di mandarlo via, più il suo potere aumenta, per citare C. G. Jung “Ciò a cui resisti persiste”.

Il critico interiore fa parte di noi, è una figura costruita negli anni con lo scopo di proteggerci e renderci più accettabili, quindi possiamo dire “anche se non mi piace quello che dici, accetto che tu sia qui”, non vi dico che dovete ascoltare quello che dice e prenderlo per vero, ma vi chiedo solo di esserne consapevoli, la pratica dell’accettazione, renderà più lieve la reazione del critico.

L’azione del critico interiore ci fa provare vergogna, ci scoraggia e ci deprime, studi recenti provano che la gentilezza compassionevole verso noi stessi è l’antidoto alla sensazione di vergogna, poiché produce sensazioni di rassicurazione, calore, tranquillità.

Quando ci sentiamo particolarmente critici verso noi stessi, proviamo a consolarci offrendo la nostra gentilezza, proprio come faremmo con un bambino piccolo, dicendo “hai fatto o detto una cosa che non andava bene, ma ti approvo e ti accetto lo stesso”, il trattarci con gentilezza aiuta a far diminuire il senso di sofferenza

Se con l’aiuto della consapevolezza abbiamo imparato a non identificarci con il nostro critico interiore e ci siamo presi cura di noi stessi in modo gentile e compassionevole, il critico interiore dovrebbe aver perso un bel po’ del suo potere, ma se a volte la vocina si fa ancora sentire, abbiamo ora gli strumenti per controbattere.

Spesso succede che la consapevolezza rende più forti le reazioni del critico quasi come volesse metterci in difficoltà. In questo caso possiamo chiederci “mi sta dicendo la verità?” e cercare prove per dimostrare che lo contraddicono, ad esempio concentrandoci sulle cose che abbiamo raggiunto o su quello che di positivo abbiamo nella vita. Con il tempo diventa sempre più facile perchè le sue parole spesso non reggono alla prova dei fatti.

 

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    Chiara Tedeschi

    Dottoressa in Fisioterapia ed Insegnante Mindfulness

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