La prima impressione è quella che conta. E’ davvero così?

Quante persone hai giudicato una persona di primo acchito ed hai deciso di non frequentarla? Quante volte hai basato la continuazione di un rapporto sulla prima impressione?

Anche io ho basato spesso questi giudizi, solo su una prima impressione, ora mi spiace perchè magari mi sono persa delle ottime occasioni.

La ricerca ci dice che impieghiamo solo sette secondi per giudicare un’altra persona quando la incontriamo per la prima volta. Non è un processo consapevole, quindi non ci rendiamo nemmeno conto che lo stiamo facendo. Vuol dire che spesso giudichiamo in un lasso di tempo brevissimo, ma  inseriamo questa persona in una categoria in cui è destinata a rimanere per sempre.

Siamo bravi a creare categorie quando giudichiamo gli altri. Avremo quindi, la lista degli ignoranti, quella dei cretini, degli arroganti, degli egoisti e così via…

E cosa succederebbe se usassimo un approccio più consapevole?

Se facessimo un passo indietro e prima di inserire la persona nella lista e ci dessimo più tempo per conoscerla meglio?

A rendermi cosciente di questo processo è stato determinante uno degli esercizi che ho fatto nel mio percorso di Mindfulness. L’esercizio consiste nel pensare a qualcuno che avevo già classificato in maniera negativa e focalizzarmi sul fatto che viene considerata da altri, una persona gradevole.

Il punto centrale è che nessuno di noi ha soltanto un aspetto. Possiamo essere divertenti in alcuni momenti e noiosi in altri. Se ci fermiamo ad un aspetto e giudichiamo in base a quello, non avremo la possibilità di vedere anche gli altri. Ci precludiamo l’opportunità di conoscere le persone ad un livello più profondo.

Non basarsi sulla prima impressione è molto importante per 4 motivi

Le persone facilmente giudicano noi, come noi giudichiamo loro.

Se ci riflettiamo, sappiamo benissimo che non ci piacerebbe essere giudicati così frettolosamente.

Tutti cambiamo in base alle situazioni

Non tutte le situazioni ci consentono di esprimerci al meglio. Il desiderio di ciascuno di noi è però quello di essere accettati per quello che siamo. Non essere accettati ci fa sentire soli.

Ognuno di noi ha  diversi aspetti

Possiamo mostrarci in un modo o nell’altro a seconda delle occasioni.

Abbiamo più cose in comune con le persone di quanto ci piaccia pensare. Il concetto di umanità condivisa, ovvero riconoscere le emozioni comuni a noi e agli altri ci apre a nuove forme di accettazione e di relazioni con gli altri.

Classificare le persone fa più male a noi che agli altri.

Abbiamo sempre più bisogno di flessibilità nelle relazioni, viviamo in un periodo in cui siamo a confronto con realtà diverse, abbiamo più possibilità di conoscere persone nuove, di viaggiare, di fare esperienze. Possiamo crescere e migliorare le nostre relazioni se facciamo un po’ di spazio al perdono, all’accettazione e alla flessibilità.

Ciascuno di noi si  merita la possibilità di essere visto ed accettato in tutti i suoi aspetti.

Ciò che da senso alla vita è la gioia e la bellezza di apprezzare tutte le sfaccettature della nostra umanità.

Guarda il mio video su come “La Mindfulness può migliorare le relazioni”

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