Ieri una carissima amica mi ha raccontato di aver avuto una piacevolissima e casuale conversazione con una signora di 78 anni, portati benissimo, grande camminatrice, che aveva smesso solo da due anni di lavorare ed usava il tablet con grande disinvoltura.

Questo mi ha riportato alla memoria la persona che ero, prima di cominciare il mio lavoro di consapevolezza e tutte le persone, anche molto più giovani della signora, che si lamentano del tempo che passa e che si sentono già vecchie a 40 anni.

L’atteggiamento mentale di chi come me o come la signora in questione, sono curiose e considerano la vita nonostante gli alti e bassi una continua avventura è molto importante al fine di invecchiare bene, ma la nostra cultura ci porta in genere, a sentire pesantemente il passare del tempo, e in questo le donne sono più penalizzate.

Vedo sui giornali foto di donne sulla cinquantina e oltre, in cui i segni del tempo, grazie a Photoshop, sono stati cancellati, ed un numero considerevole di donne (ma anche uomini) che si sono sottoposti alla chirurgia estetica.

Il messaggio è chiaro

Cancelliamo i segni dell’età, i capelli grigi invecchiano, le rughe non vanno bene, il seno cadente neanche. Nonostante le donne comuni, quelle che vediamo tutti i giorni, abbiano palesi segni dell’età, il messaggio dominante pare sia l’opposto di ciò che vediamo nella vita vera.

Viviamo in una cultura che ci incoraggia a rifiutare e ad allontanare al più tardi possibile il processo dell’invecchiamento, a lottare con tutte le nostre forze, usando procedure anche molto invasive. Mi intristisce vivere in una società che rende così difficile accettare l’invecchiamento come processo naturale, perché in questo modo non vengono presentati modelli positivi di invecchiamento, cioè persone che mostrano i segni del tempo come prova di saggezza.

Per la nostra cultura l’idea di invecchiare, è qualcosa di cui aver paura e da rifiutare. La vecchiaia viene spesso rappresentata con immagini di persone anziane malate e sulla sedia a rotelle e ciò crea l’aspettativa che invecchiare sia soltanto qualcosa di negativo.

Ho intrapreso un percorso di crescita personale dopo i 50 e ho iniziato a fare cose che non mi sarei mai sognata di fare un po’ di anni fa, non mi sarei mai immaginata di arrivare a non aver più paura di invecchiare, ma al contrario di aspettare con curiosità quello che posso ancora imparare.

È molto importante parlare e condividere le nostre esperienze con altre persone curiose e piene di interessi, con il supporto e l’ironia condivisa possiamo veramente sentire meno la pressione di dover essere giovani fisicamente a tutti i costi e sentirci davvero giovani dentro.

L’invecchiamento è qualcosa che nessuno può evitare, ma invece di fermare il tempo possiamo accettare che passi, cercando di mantenerci in buona salute, curando sia l’aspetto psicologico che quello fisico.

Non sarebbe fantastico se ci fossero più esempi culturali che mettono in primo piano valori come la saggezza, l’equilibrio e l’obiettività, che spesso, le persone che invecchiano con serenità, possiedono?

In definitiva è il nostro atteggiamento mentale che deve cambiare, per favorire un cambiamento culturale che rispetti e accetti il processo dell’invecchiamento, ma per far questo è necessario affrontare la paura della morte e della malattia, legate indissolubilmente alla paura di invecchiare.

La morte ci spaventa in tutti i suoi aspetti, sia come fine della vita ma anche come forma di transizione e cambiamento. Se riusciamo ad accettare che il cambiamento e la morte sono parte della vita stessa, possiamo vivere in modo più consapevole il presente ed avere una percezione diversa e più positiva del processo di invecchiamento.

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