2 modi per imparare ad allenare la pazienza

È risaputo che che arrabbiarsi fa male alla salute, ma in quest’articolo vi spiego come sia possibile non lasciarsi sopraffare dalla frustrazione. Credo che nella vita di tutti ci siano persone che fanno spesso perdere la pazienza o situazioni in cui ci sentite frustrati senza via d’uscita. Un figlio o una figlia adolescente, ad esempio, oppure il collega che non sopporta l’aria condizionata o in inverno apre sempre la finestra. Chi vi ruba il posto nella fila alla posta, oppure il parcheggio al supermercato.

Sono situazioni all’ordine del giorno per tutti, spesso però prima di accusare il mondo intero bisognerebbe chiederci che tipo di persone siamo. E’ sempre interessante cercare di conoscerci un po’ meglio, vedere ad esempio come parliamo alle persone o come trattiamo gli altri, in famiglia o al lavoro. Spesso con la consapevolezza, possiamo scoprire che non sono sempre e solo gli altri a causare la nostra frustrazione.

Il nostro atteggiamento, anche inconscio, può dare adito ad incomprensioni e malintesi.

Analizzandomi un po’ in profondità, con l’aiuto della consapevolezza acquisita nel mio percorso di Mindfulness, ho scoperto che anch’io non sono sempre perfetta, l’angioletto circondata solo da persone egoiste e maleducate. Sono diventata più responsabile del mio atteggiamento nei confronti degli altri.

  • Il primo aspetto da prendere in considerazione, quando ci sentiamo frustrati per il comportamento degli altri e perdiamo la pazienza, è che in questo modo perdiamo il contatto con la nostra umanità. Tendiamo a dimenticarci che le persone hanno storie o realtà che non conosciamo, non sappiamo che cosa può essergli successo proprio in quella giornata. Spesso reagiamo all’offesa o al loro comportamento senza approfondire.

E’ facile essere prevenuti nei confronti delle persone, ma in realtà non sappiamo mai cosa c’è dietro l’aspetto superficiale.

Dietro ad una persona arrabbiata o nervosa può esserci un genitore che non ha dormito tutta la notte perché il figlio era ammalato, oppure qualcuno che ha subito un lutto o una malattia grave. Non possiamo sapere quanta frustrazione queste persone vivono in famiglia, magari hanno problemi finanziari oppure sono stati appena licenziati.

Le persone vivono continuamente periodi di alti e bassi proprio come noi. E’ facile perdere questo senso di connessione e non renderci conto di quello che possono provare gli altri. Come è altrettanto facile pensare che nessuno ci capisca o provi quello che proviamo noi, e questo non fa che aumentare il nostro distacco.

La realtà è che tutti noi vogliamo essere capiti, aiutati, trattati con gentilezza. Se riusciamo a renderci conto di questi bisogni che sono universali, ci risulta più facile essere pazienti, essere meno frustrati. Riusciamo a comprendere che tutti indistintamente, stiamo cercando di vivere bene, tutti abbiamo obiettivi, sogni e desideri.

A volte non comunichiamo in maniera chiara e comprensibile

  • Il secondo aspetto da considerare è l’importanza di esprimerci in maniera chiara. Spesso le persone con le quali tendiamo a perdere la pazienza, non ci conoscono e probabilmente tendono a dare le cose per scontato proprio come facciamo noi. Creiamo così molte aspettative e pensiamo che gli altri dovrebbero sapere sempre cosa ci passa per la mente.                       È importante quindi cercare di avere pazienza con le persone e di aiutarle. Una volta che riusciamo a vedere le persone come esseri umani con gli stessi bisogni nostri e gli stessi errori e le stesse imperfezioni, capiamo che fondamentalmente siamo tutti sulla stessa barca e che la vita non è facile per nessuno.

In questo modo ci risulta più facile sviluppare un atteggiamento di gentilezza e i motivi per arrabbiarsi diminuiscono. E’ frustrante non riuscire ad avere il controllo sulle situazioni, ma se accettiamo il fatto che l’universo è pieno di cose che possono succedere e che non possiamo prevedere, possiamo iniziare ad essere veramente più gentili ed amorevoli con noi stessi e con gli altri.

 

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    Chiara Tedeschi

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