Cosa possiamo imparare dalla natura?

Imparare dalla natura, potrebbe davvero essere la risposta a tante ansia e paure che ci assillano. Da parte mia non perdo l’occasione di stare anche per poco tempo a contatto con la natura. Quest’estate ho partecipato ad un passeggiata in alta montagna dove un esperto botanico ci ha mostrato l’incredibile varietà di piante e di fiori che si trovavano sul sentiero. Uno dei partecipanti aveva con sè una lente di ingrandimento e quando mi sono messa ad osservare un fiore con la lente, ho visto tre piccoli insetti che camminavano  sui petali, che non avrei certamente visto ad occhio nudo. Sono rimasta davvero incantata dalla vita che pullula anche in spazi così piccoli. Da allora quando cammino in montagna sono molto più consapevole di quanta vita ci sia anche in un centimetro quadrato di terreno. Consapevole di quanto la natura si serve anche delle più piccole tra le sue creature per continuare a prosperare.

Ho letto questa poesia di Danusha Lameris e mi è sembrata molto adatta ad esprimere il mio stupore verso i fenomeni della natura, che senza uno sguardo attento passerebbero inosservati.

La poesia si chiama “Nutrire i vermi”

Da quando ho scoperto che i lombrichi hanno le papille gustative

su ognuno dei delicati fili rosa dei loro corpi,

Mi fermo a far cadere le bucce di mela nel contenitore del compost, immaginando

Il piacere oscuro e contorto, la dolcezza delle mele che

permea nei loro pori. Offro barbabietole e prezzemolo,

avocado e melone, le cime piumose delle carote.

Ho sempre pensato che la loro fosse una vita umile, senza occhi e nascosta,

quasi volgare, ma pensandoci adesso sembra che provino un piacere

davvero sublime, decadente. Voglio contribuire come posso,

dimenticando, per un momento, il mio posto nel menu.

Le cose che preferisco della natura sono le lezioni che possiamo imparare da essa. La natura è saggia.

Uno dei miei insegnanti preferiti: gli alberi.

Gli alberi sono sulla terra da molti anni, molti anni prima di noi. Infatti se siamo presenti sulla terra è grazie agli alberi che si nutrono di anidride carbonica e ci donano l’ossigeno. Gli alberi sicuramente sopravviveranno anche nell’evento di una guerra nucleare.Dopo le due atomiche che hanno distrutto Hiroshima il 6 agosto del 1945 e Nagasaki il 9 agosto, Harold Jacobsen, scienziato del Manhattan Project sostenne che i luoghi colpiti sarebbero rimasti senza forme di vita per 75 anni. Ma la natura è davvero sorprendente: già nella primavera successiva iniziarono a spuntare dei germogli ad alberi – sia a Hiroshima che a Nagasaki – che si trovavano a circa 2 chilometri dall’epicentro dell’esplosione.

Gli alberi ci insegnano la pazienza e la resilienza. Al contrario di noi non si possono muovere, I loro movimenti sono piuttosto lenti, possono solo oscillare e allungare le gambe e le braccia col tempo. Le utilità che possiamo trarre dagli alberi sono infinite e tutte necessarie per la nostra sopravvivenza: ci fanno respirare, ci mantengono all’asciutto, all’ombra. Gli alberi se non piove, aspettano. Se piove troppo, aspettano. Se è nuvoloso, aspettano. Se c’è un caldo insopportabile, aspettano. Se la neve copre tutti i rami, aspettano. Cosa facciamo noi quando ci accadono queste cose?”

Cosa potremmo imparare dalla natura? Quale potrebbe essere la risposta degli alberi? “Quei momenti finiscono sempre, poi possiamo sperimentare nuovi inizi. È meglio essere pazienti e lasciarli passare. Anche se ci vogliono anni. Le cose belle vanno e vengono, così come le difficoltà. Noi facciamo semplicemente quello che la natura ci porta a  fare… aiutare tutte le creature nel modo migliore che ci è stato dato. Questo è ciò che dovresti fare anche tu.”

Nella pratica che troverai alla fine dell’articolo, attraverso l’immaginazione, ci connetteremo con gli animali e con le piante con l’idea che sono esseri viventi in grado di comunicare con noi, a livelli diversi da ciò a cui siamo abituati. Possiamo però stabilire con loro connessioni così profonde da influenzare il nostro stato psicofisico.

Ma come ci connettiamo a questa parte di mondo? Per alcuni di noi potrebbe esssere attraverso la gratitudine verso le cose che ci stupiscono. L’odore dei fiori, il calore del sole, il vento sulla pelle, il fluire del ruscello. Ringraziare dal profondo del cuore nel ricevere tutta questa meraviglia.

Una delle cose che faccio quando sono vicino ad un albero o ad un animale è di dire: “Siamo amici” e in questa frase c’è la verità di ciò che condividiamo con tutti gli esseri viventi: Il desiderio di stare bene, di fiorire di essere in pace. In questo modo possiamo dissolvere le barriere che ci dividono.

Un altro modo di comunicare con tutti gli esseri in natura è quello di chiedere permesso. Magari chiedere il permesso quando raccogliamo un fiore oppure la verdura che coltiviamo: “Posso?” con un senso di rispetto.

Un altro modo di comunicare è di metterci di fronte ad un albero oppure anche al nostro animale preferito e chiedergli: “Per favore insegnami”, perché gli alberi i fiori, l’acqua che scorre sono maestri e tutto ci può servire da insegnamento. Quando comunichiamo in questo modo onoriamo tutti gli aspetti della natura e questo ci apre ad un senso di appartenenza. Di essere cioè parte di qualcosa di più vasto in cui possiamo davvero trovare un senso di pace.

Ascolta la pratica sul mio podcast “Mindfulness in pillole”

Foto di Martin Oslic su unsplash

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