Come ho spiegato nell’articolo precedente è stato scientificamente provato che la Mindfulness può ridurre il dolore cronico e la conseguente dipendenza da farmaci.
Come è possibile?
Per capire come sia possibile ridurre il dolore cronico bisogna distinguere i due aspetti che caratterizzano la percezione del dolore.
- Il primo aspetto è la reazione normale ad un trauma o ad una lesione, subita dal corpo o dal sistema nervoso. A seconda della gravità della ferita, il nostro corpo necessita sempre di un certo lasso di tempo per guarire.
- Il secondo aspetto è la reazione della nostra mente, in termini di pensieri ed emozioni, all’evento. Questa reazione è più intensa e di lunga durata e contribuisce a cronicizzare la nostra esperienza dolorosa. E’ come se nel nostro cervello ci fosse un amplificatore che influisce sull’intensità della percezione del dolore.
Negli ultimi anni gli studi fatti sulla relazione mente corpo e sull’influenza che le emozioni negative hanno sulla percezione del dolore, ci hanno aperto la strada per capire da cosa questo amplificatore sia condizionato. La cosa più importante di queste ricerche è che si è scoperto come abbassarne il volume. Proprio per questo motivo la mindfulness è in grado di ridurre la percezione del dolore cronico, modificando la reazione della nostra mente riguardo ad esso.
Ma cosa esattamente fa la nostra mente?
In pratica, la mente umana è in grado sia di sentire il dolore che di elaborare le informazioni che esso contiene, di scomporre le diverse sensazioni per cercare di individuarne le cause. Tutto ciò allo scopo di proteggerci da un danno ulteriore.
La mente, si focalizza attentamente sul sintomo per cercare di alleviarlo, ma in questo modo lo amplifica. Infatti quando ci focalizziamo in questo modo sul dolore, iniziamo a passare in rassegna le occasioni in cui abbiamo sofferto nel passato, cercando schemi o indizi che ci possano portare a soluzioni. Il fatto è che, se il dolore si protrae da lungo tempo, allora la mente ha a disposizione una quantità enorme di memorie negative da elaborare, ma poche soluzioni.
La mente così viene sommersa da pensieri negativi, iniziamo a pensare di aver sempre avuto il dolore, di non aver trovato una soluzione e che probabilmente non la troveremo mai. Aggiungiamo così alla situazione iniziale, tutta una serie di preoccupazioni, ansia e stress.
Questo processo avviene molto velocemente e non ne siamo consapevoli. Un pensiero negativo si aggiunge ad un altro e si crea un circolo vizioso, che aumenta il volume del nostro amplificatore.
Il corpo tende a contrarsi ancora di più, aggravando i problemi fisici e indebolendo il sistema immunitario. La cosa peggiore è che questo circolo vizioso crea dei circuiti neuronali preferenziali, che condizionano la nostra risposta, il cervello si sintonizza sul canale doloroso più velocemente e con maggiore intensità.
Con l’andar del tempo, la soglia del dolore si abbassa, il dolore influenza le nostre emozioni e le emozioni a loro volta influenzano il dolore. È come se la mente avesse alzato il volume al massimo e non riesca più ad abbassarlo.
La soluzione c’è, è alla portata di tutti ed è quella di iniziare a vedere il dolore in maniera diversa.
Segui il prossimo articolo del mio blog per sapere come, con la Mindfulness, si possa effettivamente abbassare il volume dell’amplificatore e ridurre il coinvolgimento emotivo.
Lascia la mail per scaricare il primo dei due esercizi di Mindfulness per iniziare a sviluppare la consapevolezza del corpo ed un atteggiamento di curiosità e di accettazione.