Da dove viene l’ansia di  sentirci minacciati?

L’evoluzione dell’uomo moderno è avvenuta grazie ad un sistema di allerta molto sofisticato per le situazioni pericolose. Di conseguenza l’ansia di sentirci minacciati è provocata dal fatto che il nostro cervello è molto vulnerabile al pericolo, ma spesso questo sistema di allarme si attiva anche quando il pericolo è solo immaginato. Possiamo provare ansia di sentirci minacciati anche quando pensiamo al futuro con preoccupazione.

Questa vulnerabilità al pericolo provoca effetti a tutti i livelli della nostra società, tocca le relazioni tra persone fino a coinvolgere grandi organizzazioni e nazioni. La storia ci insegna che la molla per coinvolgere le persone e causare guerre e violenze è quasi sempre la paura dell’altro, del diverso da noi. Ad esempio, prima dello scoppio della seconda guerra mondiale l’intera popolazione tedesca fu sottoposta al martellamento propagandistico del governo e della stampa che, usarono tutto il loro potere suggestivo per convincerli che la Germania sarebbe stata umiliata e aggredita, mobilitando cosi impulsi di aggressione difensiva.

Di conseguenza, nutro molta fiducia e speranza in metodologie che hanno un approccio neuroscientifico come la Mindfulness. Forse davvero come dice il dottor Dan Siegel, il prossimo obiettivo evolutivo della nostra specie, grazie proprio ai progressi delle neuroscienze, sarà quello di raggiungere la consapevolezza.

Consapevolezza per capire come mai, il nostro cervello sia diventato così incline alla paura e alla preoccupazione e quindi allenarci ad avere un maggiore controllo sul circuito più antico, quello che abbiamo ereditato dai nostri antenati. Ciò ci permetterà di fare del nostro cervello un uso straordinario.

Allo stesso modo, possiamo considerare che oltre a preservarci dal pericolo la nostra evoluzione è stata garantita anche dalla cura, dalla gentilezza, dalla compassione e quindi possiamo stimolare e creare nuovi circuiti neuronali, che ci aiutano a calmare la mente e gestire la nostra ansia di sentirci minacciati in modo più efficace.

Perchè proviamo ansia di sentirci minacciati?

Immaginiamoci di essere nella savana un milione di anni fa quando i nostri antenati andavano a caccia e ogni decisione presa poteva significare la vita o la morte. Per essere sicuri di continuare la specie e passare i geni, dovevano riprodursi, procurarsi il cibo e cooperare con gli altri per contribuire alla sopravvivenza della specie.

Di conseguenza abbiamo ereditato un cervello che è molto sensibile alle minacce. Per questa ragione il nostro corpo reagisce più intensamente agli stimoli negativi che a quelli positivi. Nel cervello gli stimoli negativi producono più attività neuronale e coinvolgono più parti di quelle positive. Inoltre li percepiamo più velocemente e più facilmente.

L’amigdala la ghiandola che recepisce le emozioni è continuamente all’erta ed è molto sensibile al pericolo. Una volta che questo organo ha dato l’allarme, esperienze stressanti o dolorose vengono immagazzinate nella memoria, attraverso l’ippocampo.

Velcro per il negativo e Teflon per il positivo…

Come dice il dottor Rick Hanson, siamo come il Velcro per il negativo e il Teflon per il positivo. La ricerca ha provato che sia gli esseri umani che gli animali imparano meglio e più velocemente dalle esperienze dolorose che da quelle piacevoli.

Tutto ciò che abbiamo appreso, sia in modo diretto che indiretto è impresso nella memoria pronto per essere attivato, sia da un pericolo reale, ma anche da uno sguardo poco gentile, oppure da persone che incitano alla violenza.

Per garantire la sopravvivenza della specie, madre Natura ci ha dotato di un cervello che tende a fare 2 cose. Sopravvalutare le minacce e sottostimare le opportunità  e le risorse. Modo eccellente per passare un patrimonio genetico attento ai pericoli, ma assolutamente inadatto alla felicità.

Cosa possiamo fare?

Per prima cosa possiamo essere consapevoli di quello che ci crea ansia, imparare a calmare la mente ed il corpo per disattivare e gestire emozioni potenzialmente dannose. Essere consapevoli e non dare per scontate le cose positive che accadono ogni giorno.

La consapevolezza delle cause di attivazione della minaccia, siano esse interiori o esteriori ci aiuta ad essere meno portati ad aver paura anche quando non ce n’è bisogno.

Ogni attivazione emotiva innesca come abbiamo visto una serie di sensazioni nel corpo. Per questa ragione il training di Mindfulness che ci porta a sviluppare un’attenzione gentile alle sensazioni del corpo ci aiuta a accrescere questa consapevolezza, proprio per l’attenzione che portiamo alle sensazioni corporee e ai pensieri correlati all’emozione.

In questo modo non saremo più così vulnerabili o intimoriti dall’ansia di sentirci minacciati di fronte a situazioni che apparentemente sembrano pericolose, possiamo imparare a gestirle allenando così resilienza ed intelligenza emotiva.

Photo by Alexandra Gorn on Unsplash

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