Nella mia esperienza personale e di lavoro, ho notato che le persone che hanno una tendenza a criticarsi in maniera molto severa, soffrono spesso di dolore cronico e di disturbi legati allo stress.
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“Il critico interiore -Da voce critica a voce gentile in soli tre passi”
In psicologia questa parte di noi così critica, è chiamata il critico interiore, io stessa ho passato una considerevole parte della mia vita, con un critico interiore molto severo che mi sgridava, mi sminuiva e mi prendeva in giro in maniera denigratoria.
Ti capita mai di sentire una vocina nella mente che dice, “non ti prenderanno mai” quando sei in attesa di un colloquio di lavoro oppure che non ti fa addormentare e ti dice “non ci posso credere che hai fatto o detto una cosa simile” mentre ricordi un evento spiacevole della giornata appena trascorsa; sono pensieri che molti di noi hanno, ci siamo talmente abituati che non ci facciamo caso, giudicarci in maniera critica è perfettamente normale.
Io stessa o usato questo modo di pensare in modo quasi scaramantico, per anni, tutte le volte che dovevo fare qualcosa di nuovo, pensavo sempre al peggio per poi, se le cose fossero andate bene potevo essere abbastanza soddisfatta, al contrario se fossero andate male era come se già lo avessi saputo.
A volte questa voce però, può diventare molto intensa e continua, quasi come se ci fosse un personaggio che vive nella nostra testa, il cui compito principale è di scoraggiarci in qualsiasi circostanza e di affossare ogni iniziativa. Altre volte la voce è più subdola, arriva senza alcun motivo apparente e continua a ricordarci tutte le nostre mancanze.
Di per se non è cattivo, ma ci critica e ci giudica in base a parametri che derivano da condizionamenti famigliari, sociali, culturali e religiosi. L’ho ascoltato per anni, ha abbassato la mia autostima e mi ha impedito di uscire dalla mia “zona confort“ che è la zona nella quale ci sentiamo protetti, i rischi sono ridotti al minimo e questo ci rende più sicuri.
LA ZONA DI COMFORT
La zona di comfort crea dei confini invisibili oltre ai quali non ci si azzarda ad andare perché la nostra ansia aumenterebbe, potremmo correre dei rischi, potremmo addirittura fallire e rischiare di essere giudicati.
Ora capisco che una versione molto ridotta di questa figura ogni tanto potrà ancora venire a tormentarmi, ma importa poco perché ho imparato come addomesticarla, usando le strategie che ho imparato con il training della Mindfulness e soprattutto usando la gentilezza compassionevole, che ho applicato in primo luogo su me stessa.
Da quando sono riuscita a superare i limiti che il mio critico interiore mi imponeva, ho fatto molte cose nuove ed ho preso iniziative che prima non mi sarei mai sognata di intraprendere e proprio alcuni giorni fa riflettevo sul fatto che nella mia vita ci sono state molte persone che sono entrate ed uscite, che mi hanno approvato o criticato, le situazioni di vita cambiavano ma il mio critico era sempre lo stesso ed era sempre nello stesso posto, dentro di me, il fatto di averlo riconosciuto, accettato, l’ha fatto uscire allo scoperto e questo mi ha regalato un grande senso di liberazione.
Nei prossimo articoli, condividerò con te le strategie che mi hanno aiutato a diminuire l’impatto negativo del mio critico interiore o come l’ho soprannominato, “il comitato di scoraggiamento” e mi hanno consentito di vivere una vita più libera e più creativa.
Chiara Tedeschi
Dottoressa in Fisioterapia ed Insegnante Mindfulness
3 Comments
Grazie Chiara! Articolo molto utile e interessante. Attendo con ansia i prossimi.